Tra vent' anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain


27 novembre 2012

Brasile e Italia, questione di naso

Checché se ne dica, sono mille i motivi che mi rendono orgoglioso del mio paese, anche se ammetto che la maggior parte di questi sono legati ad un passato.
Ci sono comunque, ancor oggi, alcuni popoli che hanno una visione molto positiva del nostro stivale, tra i quali c'è proprio il popolo brasiliano.

Il brasileiro "medio" del sud, e se volete dico anche di Santa Catarina per non allargarmi troppo, è molto incuriosito ed affascinato dal "mondo" Italia, per tutto quello che ha sempre sentito dire dai media e, ancor più, dai parenti emigrati in queste terre.
Chiedete a qualsiasi persona incontrata per strada da queste parti: "cosa sai dell'Italia?" e loro, dopo la classica parolaccia o addirittura una bestemmia immemorabile (ereditata dai cari vecchi nonnetti), vi diranno cose per lo più belle del nostro paese, e a mio avviso non sono così lontani dall' avere ragione, anzi, se togliamo l'immondizia insediatasi ormai da sempre nella nostra società, troviamo innumerevoli cose positive che appartengono al nostro territorio.

La scuola è poi un luogo fantastico dove impararne sempre una nuova, i miei alunni, infatti, sono fantastici.
Mi danno sempre mille spunti per riflettere sul nostro modo di essere, ovviamente ci sono mille luoghi comuni, come dappertutto, ma ci sono anche delle osservazioni anche semplici che mi lasciano curioso tipo: "perché gli italiani hanno il naso grande?"... all'inizio dicevo "ma che minc#@a dici!?"... poi ci penso bene e, a parte qualche nasino da figh#tta, non possiamo negare che abbiamo tutti una certa importanza "nasale" (me incluso).
Allora mi chiedo, ma se molti di "questi qua" sono discendenti italici, come mai hanno quasi tutti un nasino da figh#tta!? Perché a parte qualche raro caso di gigantismo nasale e quella percentuale medio-bassa di nasi rifatti, sia uomini che donne hanno dei nasi per noi "ridicoli"... sarà mai che il mix culturale smussa gli angoli!?
Se fosse così dovrei dirlo ai miei amici reggiani (scusate, questa la capiamo in pochi).

Tralasciando il fattore estetico, il brasiliano medio è molto simile all'italiano medio, gran voglia di comunicare, di stare in compagnia, lasciare tutto per dopo, e molto simile anche nei modi di fare il furbo, persino nell'essere tamarro... assisto quotidianamente a delle situazioni che spesso dico... "noooooo, che tamarro!!!" poi ci penso un secondo e mi rendo conto che è come se fossi ancora in Italia.

Ci sono ancora tanti lati diversi che ci contraddistinguono, certi caratteri brasiliani dai quali potremmo imparare e quelli dove, invece ,possiamo dire la nostra... ma la differenza è quello che ci rende perfetti, unici, oggigiorno di cloni se ne vedono anche troppi.


Se volete godervi una delle tante meraviglie d'Italia, guardatevi questo bellissimo video su Matera:

12 novembre 2012

Appesi ad un filo

Sebbene mi trovi a tanti km da casa cerco di rimanere informato, quando posso, su quello che accade da quelle parti.
Non posso comunque fare a meno di provare ad entrare negli "schemi" del paese che mi ospita, capire di più di politica, di economia, oltre che del popolo, e di tutto ciò che mi accade attorno, accendo il computer, leggo (almeno) le prime pagine dei giornali online, arrivo a scuola 5 minuti prima per leggere i titoli dei quotidiani locali.
Vivendo in un paese che vive molti problemi analoghi a quelli italiani, spesso, quando leggo notizie di corruzione o problemi burocratici, mi limito ai grandi titoli e non vado oltre, sono troppo abituato a questo tipo di notizie.

E' difficile per me accettare quanto stia succedendo al nostro paese, e il fatto di essere qui non mi fa sentire meglio, anzi, spesso è peggio sentire che la barca affonda senza che tu non possa fare niente, è molto frustrante.
Ho scritto diverse volte che non sopporto il modo di fare italiano, in merito alle lamentele e al pessimismo cronico, ma non dico questo perché non credo che ci siano dei buoni motivi per esserlo, soprattutto oggigiorno, ma più che altro perché credo di sentire sempre gli stessi discorsi dalla metà degli anni novanta... così come da quando ho cominciato a lavorare... sempre la stessa frase: "c'è la crisi!".
Non starò a dire cosa penso del governo perché non direi nulla di nuovo da quello che pensano in molti, anche se a dire il vero, vivendo qua, non mi fido molto di quello che leggo e non mi sento in grado di giudicare l'operato di questi ultimi "grandi" tecnici.
Quello che sento sono gli amici, la famiglia, le persone che viaggiano da quelle parti, insieme a quello che ho visto io negli ultimi anni vissuti in Italia... e tutto ciò mi porta ad un' ovvia visione negativa, e, soprattutto ad una rabbia incommensurabile, contro una classe di dirigenti raccapricciante ed ignorante, che non rappresenta per niente il paese che sta conducendo (o forse solo la sua storia).

Non voglio fare politica, è una delle cose che insieme al calcio mi ero promesso di non fare entrare in questo blog, ma quando penso all'Italia (e soprattutto in questo periodo) sento molta paura, non riesco a vedere un'uscita.
L'Italia sta cercando di non affogare nel bagno di me##a che si è preparata negli ultimi 20-25 anni, grazie a tutta questa banda di poveretti che da decenni decide con aria saccente il nostro destino, senza mai rispondere alle domande della gente comune.

Ed oggi siamo messi così, le persone si impiccano o si danno fuoco, le aziende chiudono una dopo l'altra, e noi pensiamo che attraverso nuove restrizioni riusciamo a rimettere in sesto questo stivale bucato con un aspetto ormai del tutto fuori moda.
Abbiamo bisogno di dare una regolata a questo sistema, è vero che troppa gente si fa i fatti suoi a spese di chi invece è diligente, ma non possiamo pensare che l'unica soluzione popolare da prendere in considerazione sia di stampo matematico, noi non viviamo di soli numeri, ci dimentichiamo troppo spesso che le persone sono strettamente legate al pianeta terra e non solo al pianeta denaro... le persone necessitano di un sorriso, di un contatto umano, di comprensione, e dovrebbero essere considerate anche delle soluzioni atte a migliorare la salute e la tranquillità per un paese più sicuro... non possiamo accettare la paura di uscire di casa, o addirittura che nemmeno questa sia più sicura... non possiamo permettere che orde di persone (il più delle volte più ricca di noi) ci vengano in casa e ci fot##no anche quell' ultimo appiglio che abbiamo nella vita.
Io capisco un paese come il Brasile dove ci sono dei poveracci che non hanno avuto nulla dalla vita, che ti assaltano per potersi comprare qualcosa da mangiare, ma non posso accettare che della gente venuta da chissà dove e con i soldi in tasca faccia il suo volere in questo modo... e non possiamo difenderci perché il valore di un lazzarone è più alto di un onesto cittadino.

Me lo sento ripetere sempre più spesso, siamo vicini all'esplosione di una "grande bomba", e oggi come oggi non so più se sia giusta o sbagliata questo tipo di reazione... ma non dico altro, non so se veramente ci sia ancora una libertà di espressione.

In fondo... basterebbe un pò più di umanità, chi è disperato non sente solo la mancanza del posto di lavoro, sente la tensione attorno a se, il fatto di non avere nessuno che lo ascolti... il nervosismo ci sta completamente corrodendo... entriamo in ascensore infastiditi perché non abbiamo voglia di salutare il vicino, ci troviamo in macchina al semaforo volendo fare a pezzi chi ci ostacola nel tornare a casa per cena... facciamo la collezione di amici su facebook, tutti ci fanno gli auguri, ci sentiamo popolari per 5 minuti, ma quasi nessuno si presenta a farci gli auguri di persona, è già un miracolo se qualcuno ci telefona.

L'Italia rimane il paese fantastico per coloro che non lo vivono, e per i suoi figli soltanto un paradiso dismesso.